Il rispetto (ovvero Pino Pentecoste contro i guappi)
"Io, alla fin fine, sono un uomo tranquillo. Mi sono messo a fare l'investigatore privato perché mi pareva interessante e pure perché mi piacevano i film di Miki Stewart... E' risaputo che nella vita almeno un nemico ve lo fate; ma un uomo contro un uomo è una faccenda privata, ci entrano di mezzo tante cose che il più delle volte si va avanti distratti, ognuno impicciandosi degli affari suoi... Ma quando ci sta la cagnara, quando i reggimenti si ammassano, quando i pazzi sono a pacchi, allora sono altri quibus. Lì non si scherza, lì son dolori. Lì ci sta sempre qualcuno che sgomita, ci sta sempre qualcun altro che dice: vuoi vedere quanto sono bravo?, ci sta sempre un terzo che risponde: e fammi vedere. E li è finita. Lì si spara. Lì potete pure morire... Dunque: Tullio Regina viene da me e mi fa una proposta del cazzo. Io gli dico di no. Quelli che controllano Tullio Regina, o quelli che controllano quelli che controllano Tullio Regina, vengono a controllare me. Pure un commissario viene a controllarmi... E infine, il sottoscritto Pino Pentecoste... fa il mazzo di scarola in mezzo al bailamme... Ora, siccome io mazzo di scarola non sono, e chi pensa il contrario è solo uno sciocco perché io avrò soltanto la terza media ma sono di intelligenza assai vispa (come diceva mio padre) e di sensibilità significativa, ne consegue che qualcosa non funziona. In altre parole, io pure se ho azzeccato qualche figura di merda in vita mia e una volta sono pure andato a sbattere contro un tram mentre inseguivo in corsa affannosa un pedinato, a quell'ignorante che si permette di pensare che sono un chiochiero, io gli faccio un culo così".Esce da Adelphi il secondo romanzo di Giuseppe Ferrandino (nel 1998 era apparso "Pericle il Nero"), il primo di una serie che ha come sfondo i quartieri popolari di Napoli, come protagonista il detective Pino Pentecoste e come comprimari una folla variopinta e vociante di biscazzieri, pescivendole, prostitute, preti, commissari e tamarri.
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