Scrittori al tramonto. Saggi e frammenti autobiografici
Gli scrittori che Giovanni Macchia allinea in questa mirabile galleria di ritratti - e di penetranti analisi - sono colti, anziché nello splendore della giovinezza, in momenti di crisi, quando, prossimi alla vecchiaia o attaccati da malattie, si avviano verso la fine. Scelta ardita - e felice.Perché ogni scrittore ha un proprio tramonto ('Invecchiare: problema per artisti', dice un celebre titolo di Gottfried Benn). Ma non sempre la vecchiaia è una condanna alla rinuncia e al silenzio. Casanova diventò grande scrittore a più di sessant'anni, e sarebbe stato dimenticato se non avesse scritto a quell'età le sue memorie. Montaigne acquistò nell'ultimo periodo della sua vita un'energia e un coraggio che non aveva mai posseduto, quasi non vedesse più il passato come un ammasso di rovine e osservasse il volto dei tempi nuovi con un misto di terrore e di speranza. Altri tramonti si abbatterono su altri scritti: furono i disastri psichici a devastare la loro esistenza (e solo dopo molti anni sarebbe apparsa la 'terribile signora', come la chiamava Proust: raggiunse Mòliere sul palcoscenico mentre stava recitando, inseguì Stendhal, ignaro, in una strada di Parigi). O fu una strana stanchezza, un sentimento di esilio, di non appartenenza, come il peso di una latente infelicità, come il desiderio invincibile di prendere un'altra via: quella del suicidio?Ed è un tramonto emblematico quello che chiude il volume: grande scrittore, storico, saggista, Hippolyte Taine compose, ormai vicino alla morte, "Le origini della Francia contemporanea". Forse il suo capolavoro.
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