La mia vita (Il quaderno rosso)
Benjamin Constant fu uno dei più influenti e acuti testimoni dell'"era delle rivoluzioni", nonché teorico lucidissimo del liberalismo. Ma al tempo stesso, come i posteri ebbero modo di scoprire, egli fu un maestro dei sentimenti e dell'arte di narrare se stesso: ce lo rivelano in particolare il celeberrimo "Adolphe" e gli scritti che compongono "La mia vita" - anche noto come "Il quaderno rosso". Impertinente, caustico e spregiudicato come sempre, Constant racconta qui con tocco magistrale i primi vent'anni della sua vita: e dunque la nascita, l'educazione discontinua e vagabonda sotto la guida di un padre vedovo (la madre era morta di parto) tanto onnipresente e ansioso quanto umorale, sino alla "fuga" in Inghilterra - fuga dai debiti di gioco, dalle conseguenze incombenti dell'ennesima follia di gioventù, e forse soprattutto da quel genitore così prepotentemente amoroso.
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