Le dionisiache. 1.Canti 1-12
Inizio e fine della letteratura greca portano il sigillo di due grandi poemi epici: l'"Iliade" di Omero e le "Dionisiache" di Nonno, dedicato alle gesta e alle avventure di Dioniso, il dio che più di ogni altro ha affascinato i moderni. Tredici secoli separano queste opere, simili a prodigiose fioriture, una all'alba, l'altra sul margine della notte. Ma se Omero ha rappresentato per il mondo antico l'ultima autorità, fonte della poesia e insieme di ogni sapere, Nonno ha conosciuto, almeno sino a tempi recenti, una sorte opposta: è stato infatti ignorato e accantonato come un oscuro epigono. Nato in Egitto nel V secolo d.C., egli si azzardò a comporre, in un poema che avesse tanti canti quanti l'"Iliade" e l'"Odissea" insieme, la 'summa' abbagliante del mito greco e nel contempo dei molti modi poetici - dall'epico all'erotico, all'elegiaco - di quella civiltà. E la temeraria impresa riuscì: qui assistiamo, come scrive Giorgio de Santillana, al "pieno sbocciare" di quel "fiore giapponese" che fu il mito arcaico.In questa edizione, la prima in lingua italiana, il lettore avrà dunque la rara ventura di scoprire, attraverso le vicende inesauribili di Dioniso e degli altri dei pagani, un capolavoro che ha percorso i secoli in incognito e si offre oggi ai nostri occhi come una mirabile, integra statua appena dissepolta.
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