Il racconto dei racconti ovvero il trattenimento dei piccoli
Pochi italiani sanno che alcune delle più belle fiabe del mondo, da 'Cenerentola' al 'Gatto con gli stivali', un po' prima di finire dentro i libri di Perrault e di Grimm, dove tutti lo scoprimmo da bambini, erano giunti all'orecchio del napoletano Basile, che all'inizio del Seicento le acciuffò e inguainò nella sua lingua, infilandole in quel "Cunto de li cunti" che fu definito da Croce il "più bel libro italiano barocco" e da Calvino "il sogno di un deforme Shakespeare partenopeo". Ancor oggi infatti, per la più parte degli italiani, compresi quelli che leggono molto e forse talvolta anche troppo, questo libro straordinario, insieme regale e cencioso, gentile e brutale, fastoso e plebeo, resta un capolavoro conosciuto. A farlo diventare, come meriterebbe, un libro 'popolare', non sono purtroppo bastate, finora, né la referenza di Croce, che per primo lo volse in italiano, né qualche traduzione più recente. Questa nuova versione italiana, in una lingua accessibile e piana ma aderentissima al colore e al ritmo del testo originale, farà scoprire a molti uno di quei rari libri che tutti devono e possono leggere.
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