Perizie grafologiche su casi illustri
Che il nostro modo di scrivere sia qualcosa di altamente significativo è un fatto evidente - e una specifica disciplina, la grafologia, si dedica a questo studio con considerevoli risultati pratici, al punto da essere utilizzata correntemente per ogni sorta di test. Mancano però a tali indagini, spesso affascinanti, un fondamento e una articolazione teorica adeguati. Eppure, almeno uno dei maestri moderni della grafologia fu anche un notevole pensatore, venerato e osteggiato in vita, quindi a lungo dimenticato e oggi riscoperto come una delle figure intellettuali più rilevanti del Novecento tedesco: Ludwing Klages. Influenzato da Nietzsche e Bachofen, prima amico poi avversario di Stefan George, Klages sviluppò un'audace teoria dello spirito come antagonista dell'anima (così suona il titolo della sua opera più famosa) che implica una visione rinnovatrice della nostra civiltà, dalla Grecia antica ("pelasgica" secondo il lessico del filosofo) al moderno. E la grafologia è uno dei campi dove egli applicò i suoi princìpi con maggiore efficacia. Per Klages il nostro modo di usare la penna è rivelatore del ritmo fondamentale della persona: e da esso, con rigorosa consequenzialità, si può giungere a individuare alcune caratteristiche psicologiche essenziali. Per dare con il massimo di immediatezza il senso delle anilisi di Klages, in questo volume abbiamo voluto raccogliere le sue perizie su alcuni casi quanto mai illustri, da Wagner (esaminato soprattutto in rapporto alle osservazioni psicologiche di Nietzsche) a Beethoven, a Schopenhauer, ai matematici Bernoulli, all'archeologo Schliemann.
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