Salmace

Salmace

Nel 1929 si ebbero in Italia due esordi narraviti clamorosi e pubblicati entrambi in modeste tirature: quello di Moravia con "Gli indiferenti" e quello di Soldati con "Salmace". Ben diversa la loro sorte: il primo subito celebre e ormai classico, il secondo soltanto oggi riscoperto. Ma qualcosa i due libri avevano in comune: erano una prima esplorazione narrativa, del tutto nuova per l'Italia, della vasta terra dei sentimenti loschi. Una sera di carnevale un ragazzo diverso dagli altri si ferma davanti a una giostra piena di donne in festa. Il ragazzo viene visitato da un'idea: "essere una di quelle, abbandonare i miei vestiti di uomo come si lasciano, dietro le quinte, i costumi di una recita a cui si abbia partecipato, e uscirsene nuovi nel mondo". Con tutta naturalezza, la metamorfosi si compie e il mito di Ermafrodito si rinnova. Un giorno il ragazzo si tocca con gioia e stupore due seni, così come un altro giovanotto di nome Gregor Samsa, quindici anni prima, si era svegliato accorgendosi con raccapriccio di essere diventato un insetto.Questa metamorfosi, capace di leggere nella sindrome tenebrosa e innocente di un transessuale, è il nucleo centrale e simbolico intorno al quale ruotano i racconti riuniti sotto il titolo mitologico di "Salmace": un sestetto di storie gotiche di aura magica e tetra, ambientate nel cuore topografico del Novecento più spettrale, in una Torino nebbiosa e vetusta, ottocentesca ma già metafisica, tratta come una realtà di provincia infestata da un demonio sempre presente e sempre invisibile.A questa nuova edizione di "Salmace" (la prima dopo il 1929) è stato aggiunto, per desiderio di Soldati,un racconto degli stessi anni e di clima affine, "Il concerto".
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