Le religioni della preistoria. Paleolitico
L'opera di Leroi-Gourhan è paragonabile per importanza, in rapporto agli studi sulla preistoria, a quella di Lévi-Strauss in rapporto all'antropologia nel suo complesso. Le sue teorie continuano a essere discusse, e comunque è inevitabile tenerne conto. Con Leroi-Gourhan si può dire che lo studio della preistoria abbia raggiunto un alto rigore nel metodo e insieme una imponente ricchezza di risultati. Una sintesi felice e accessibile di tutto ciò egli presentò nel 1964 con questo breve libro.Come i suoi maestri Mauss e Granet, Leroi-Gourhan sa esporre il risultato di ricerche complesse e laboriose in formulazioni limpide e asciutte. Qui, in particolare, è il significato stesso dell'arte del Paleolitico - quest'arte che nasce perfetta, a un altissimo livello formale, e insieme ci appare del tutto misteriosa, poiché presuppone appunto "le religioni della preistoria" - che viene illuminato da una luce nuova, mentre vengono lasciate cadere molte delle teorie che a lungo hanno avuto corso, e che spesso erano pure proiezioni psicologiche degli studiosi, confermate nel tempo dalle proiezioni di altri studiosi. E Leroi-Gourhan è stato giustamente crudele nello sgombrare il campo e nel precisare ciò che 'non si può dire'. Ma questo andava insieme con altre, poche cose che 'si possono dire' e aspettavano solo di essere scoperte, come ad esempio l'abbinamento segni-animali nell'arte parietale o "l'equivalenza segno femminile-ferita". Con l'umiltà del grande studioso, Leroi-Gourhan si è proposto di "dare una certa vita al messaggio lasciato dall'uomo delle caverne senza contaminarlo con elementi moderni".
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