Rapporto dalla città assediata
La crudele Natura, scive Brodskij nella appassionata "Lettera al lettore italiano" che apre questo libro, "con un minimo intervallo di tempo ha affibiato alla Polonia non solo Czeshaw Milosz ma anche Zbigniew Herbert. Che cosa ha cercato di fare, che cosa aveva in mente? Preparare la nazione al suo fosco avvenire, in modo che i polacchi potessero reggerlo?". Di fatto, la compresenza di due poeti di tale altezza - un'altezza dove "non c'è più gererchia" - in una terra devastata sembra accennare a qualcosa. Lo scoprirà il lettore italiano, incontrando in queste pagine per la prima volta l'essenziale dell'opera di Herbert. Ma che specie di poeta è Herbert? Nessuno può rispondere meglio di come ha fatto Brodskij nella sua introduzione: "E' un poeta di straordinaria economia. Nei suoi versi non c'è niente di retorico o di esortativo, il loro tessuto è quanto mai funzionale: è brusco piuttosto che 'ricco'. L'ampia impressione collettiva delle sue poesie è sempre stata quella di ua nitida figura geometrica (un triangolo? un romboide? un trapezio?) incunetata a forza nella gelatina della mia materia cerebrale. Più che ricordare i suoi versi, il lettore se li ritrova marchiati nella mente con la loro glaciale lucidità. Né gli succederà di recitarli: le cadenze del tuo linguaggio cedono, semplicemente, al timbro piano, quasi neutro, di Herbert, alla tonalità della sua discrezione".
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Biblioteca Adelphi 267 |
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