Cavoli a merenda (I)
"I cavoli a merenda", "novelle scritte e illustrate da Sergio Tofano", universalmente noto con lo pseudonimo Sto e quale creatore del signor Bonaventura, è per molti lettori il più incantevole libro per bambini scritto in Italia nel nostro secolo. Sono tutte storie surreali, incongrue, che prendono le mosse da qualche evento di irrisoria gravità: l'invincibile guerriero Uguccion della Stagnola che rimane prigioniero della sua armatura; la ragazza Pepita, terribilemente golosa, che si arrotola su se stessa e provoca una moda che conquista le ragazze di Montesaponetta; il re che voleva le ciliege senza nocciolo, ma fu messo a posto da un saggio famoso; l'anfosciosa infanzia del piccolo Aniceto, a cui ciascuno dei parenti vuole imporre una istitutrice di diversa nazionalità, Malamuch Pascià, Sultano di Muizzaiseifeim che, pur non essendo un "tiranno tiranno", impone a tutti i suoi sudditi di non dormire perchè lui soffre di insonnia...Da ciascuna di queste situazioni nasce una favola - e, come per ogni favola, Sto ci provvede ogni volta un lieto fine: "Le nozze furono sontuose e da tutte le parti del regno piovvero nella reggia i regali di nozze. Perfino il boia di Stato mandò al sovrano un chilo di sapone da lui inventato per lubrificare la fune della forca".
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