Vijnana bhairava. La conoscenza del tremendo
Due scuole si sono battute a lungo in India, raggiungendo una estrema tensione nei secoli VII-VIII: quella che predica il raggiungimento dell'illuminazione attraverso un metodo graduale e quella che predica "l'esperienza improvvisa". A quest'ultima scuola, a cui si ispirerà, in Cina, il Buddhismo Zen, si riconduce il Vijnanabhairava, testo sacro mai prima tradotto in italiano, che presenta in centododici stanze altrettante possibilità della "via abbreviata". Leggerlo, e sciogliere a poco a poco i suoi enigmi, sarà un'occasione per capire nei suoi termini originari una delle dottrine esoteriche su cui spesso gravano i più vari equivoci: il Tantrismo, con la sua metafisica dell'unione sessuale. Nella massima concentrazione e densità, il Vijnanabhairava o "Conoscenza del Tremendo" (dove "Tremendo" corrisponde a Bhairava, uno dei nomi di Siva), ci guida a quella "inondazione divina" che è il segno distintivo della dottrina tantrica. E sarà Siva stesso a parlare, in queste sentenze, rivolgendosi alla Dea, la Sakti divina, che è la sua stessa Potenza. Alla fine, una volta enunciati tutti i punti dell'insegnamento, "gioiosa, la Dea si attaccò al collo di Siva".
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