Senza domani
A Parigi, una qualche sera di uno degli ultimi anni dell'Ancien Régime, un gruppo di amici si pose la seguente questione: è possibile raccontare una storia erotica senza usare parole indecenti? Pensavano tutti di no, salvo il giovane Vivant Denon. Per dimostrare la sua tesi, Denon scrisse allora "Senza domani", un racconto che oggi ci appare come un vertice della letteratura erotica. In poche pagine, con scansione impeccabile, si svolge qui una storia di seduzione, inganno e felicità, che si apre e si chiude nel corso di una sola notte. Con mano leggera e segno preciso, Denon ha afferrato, come per gioco, l'effimero erotico in tutta la sua magia. Seguiamolo, provvisti di maschera, nel "boschetto labirintico di questa avventura d'amore" e ascoltiamone subito le prime parole, se vogliamo sapere che cos'è un ritmo perfetto: "Amavo perdutamente la Contessa di...; avevo vent'anni ed ero ingenuo; lei m'ingannò, io mi arrabbiai, lei mi lasciò. Ero ingenuo, la rimpiansi; avevo vent'anni, mi perdonò: e poiché avevo vent'anni, poiché ero ingenuo, ancora ingannato, ma non più lasciato, mi credevo l'amante più amato, e quindi il più felice degli uomini".
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