Sull'amore
Ismenodora, giovane vedova irreprensibile, molto ricca e di grande bellezza, si innamora del ragazzo Baccone e si propone di sposarlo. Con audacia, addirittura lo fa rapire. Ma Baccone è desiderato anche da altri giovani, che si indignano contro Ismenodora. Chi avrà ragione? Chi difende la normalità dell'amore omosessuale? O chi difende la stranezza di un matrimonio con ratto dello sposo? Tale è la situazione, deliziosamente ambigua, da cui si diparte questo dialogo di Plutarco, lettura consigliabile per chiunque voglia capire che cosa fosse, in concreto e nelle avventure quotidioane, l'amore in Grecia. Esso si fondava su un'antica disputa, che opponeva l'amore dei maschi per le donne e l'amore dei maschi per i ragazzi: partiti potentissimi, pieni di eloquenza e passione. Qui, come in una sorta di tarda ripresa del "Simposio" platonico, Pluarco riesce, con sovrana saggezza e coprendo la scena con una fioritura di storie e aneddoti, a ricondurre le due opposte forme dell'amore sotto le ali di Eros, senza che alcuna abbia la vittoria, mentre entrambe finscono per inchinarsi al potere soverchiante del Dio.
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