Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico
Con questo libro si rivelò al mondo, nell'anno 1911, la scienza delle scienze, che tutte le altre ingloba e vanifica: la 'petafisica', "scienza delle soluzioni immaginarie", che si prefigge di studiare le leggi che reggono le eccezioni (quindi, in modo più o meno evidente, 'tutto') e di spiegare l'universo supplementare al nostro. Suo araldo è il dottor Faustroll, "negromante moderno, mescolanza di uomo e di marionetta, di trasposizione mitica e di caricatura" (Sergio SOlmi). Al pari di tanti eroi delle favole, il dottor Faustroll deve compiere un viaggio - e la sua imbarcazione si spingerà indifferentemente per terra, per mare o per le vie della città. Le varie 'isole' a cui approda sono altrettante costellazioni sull'atlante celeste della 'decadence', come dire su quello che ancora oggi è il nostro cielo. Li vegliano invisibili numi protettori, che rispondono volta a volta ai nomi di Lautréamont e di Bloy, di Mallarmé e di Gauguin, di Schwob e di Verne. E li sentiremo suonare l'irresistibile riso patafisico, che si sovrappone a quello più antico di Rabelais, in quanto "coscienza viva di una dualità assurda e che salta agli occhi". In quanto tale, precisava Daumal, esso è "la sola espressione umana dell'identità dei contrari (e, cosa notevole, ne è l'espressione in una lingua universale)".
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