Umano, troppo umano. 2.
Scritti in poco più di un anno, le 'Opinioni e sentenze diverse' e 'Il viandante e la sua ombra' (riuniti nell'edizione del 1886 col titolo di 'Umano, troppo umano, II') sono testimonianze, nell'attività di Nietzsche, di un ripiegamento su se stesso: è uno stato d'animo ciclico della sua vita, anche se talora viene mascherato, come in questo caso. Le cose non lo sospingono e gli uomini lo hanno lasciato solo, cosicché l'autore può interessarsi più di se stesso, come fa qui il viandante, costretto a parlare con la propria ombra. Discorrendo con sé, si parla più facilmente di sé. Questo fatto tuttavia non appare in primo piano, e il lettore si trova di fronte a concreti argomenti di storia, arte, morale, com'era naturale, del resto, perché nell'opera di Nietzsche questo risulta il periodo più imparziale, scientifico, obiettivo. Tale oggettività è però raggiunta paradossalmente, ossia attraverso una concentrazione e una speculazione interiore. Lo dice chiaramente egli stesso: 'Il mio modo di riportare le cose della storia consiste propriamente nel raccontare "esperienze" personali, prendendo a spunto epoche e uomini del passato. Non è qualcosa di organico - solo cose singole mi sono chiarite, altre no. I nostri storici della letteratura sono noiosi, perché si impongono di parlare e di giudicare di tutto, anche dove non hanno "vissuto"'.
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