Cinque donne amorose
"Racconti del mondo fluttuante" (ukiyo-zoshi): così si definiva nel Giappone del Seicento il genere letterario a cui appartiene questo grande classico, qui tradotto per la prima volta in Italia. Ihara Saikaku fu maestro ineguagliato dell''ukiyo-zoshi': avido di particolari e di concretezza come un Balzac orientale, svelto e netto come un Maupassant, con lui l'arte del narrare irrompe nella vita di tutti i giorni, mescolando il 'pathos' all'ironia. In queste sue storie le fascinose figure delle stampe giapponesi fra diciassettesimo e diciottesimo secolo escono dai loro rotoli e si muovono davanti a noi: per strade formicolanti, nei quartieri del piacere, nelle botteghe dei mercanti, suo percorsi dei pellegrinaggi, fra paraventi e guanciali. Giovinette e mezzane, mercanti e libertini, monaci e cortigiane: i loro destini si incontrano, si intrecciano, si ramificano, si dissolvono - con piccoli tocchi, con sapienti stacchi, rapidi mutamenti di scena. Sono uniti dal fatto di viaggiare sui "battelli carichi di tutti i nostri desideri" e da quel senso penetrante dell'impermanenza che avvolge come una patina preziosa ogni forma di vita del Giappone. Ciò che preme a Saikaku è lo scoccare, fra questi disparati destini, della passione erotica: amori che spesso si sprigionano da un minimo gesto, da una furtiva apparizione - e presto sono catturati nella rete sottile e smisurata dei divieti, degli usi, delle cerimonie. Allusioni, sotterfugi, travestimenti, equivoci, fughe, stratagemmi accompagnano così queste storie, dove è altrettanto acuto il sapore dell'animalità e quello dell'etichetta, dove l'esito è facilmente funesto.Le vicende raccontate da Saikaku sono realmente accadute. Un giorno questi suoi amanti sono stati realmente condannati a morte, si sono suicidati o si sono inaspettatamente riuniti. Pochi anni dopo Saikaku, come un suo memorabile libertino, colleziona quelle lettere d'amore, quelle maniche di kimono, quelle sottovesti rosse...