Il processo

Il processo

"Il processo" apparve per la prima volta nel 1925, un anno dopo la morte di Franz Kafka. Max Brod, suo esecutore testamentario, iniziò la pubblicazione degli scritti postumi dell'amico con l'opera che, a voce, Kafka era solito chiamare "Il processo". Trasgredendo alla volontà dell'autore, che lo aveva incaricato di distruggere, alla sua morte, tutte le sue carte, per interpretarla in senso più alto, Brod scelse di pubblicare per primo il lavoro che più di altri gli sembrava restituire la voce, il timbro senza eguali dello scrittore scomparso, che meglio rivelava la complessità e profondità del suo rapporto con il mondo. Kafka si era dedicato a questa narrazione durante la seconda metà del 1914, nei mesi che seguono un avvenimento decisivo per la sua vita, la rottura del fidanzamento con Felice Bauer; nel gennaio del 1915 egli, a quanto risulta, abbandonava definitivamente l'opera. Il manoscritto, rimasto a Brod, comprendeva nove capitoli completi, uno privo delle righe conclusive e altri capitoli incompiuti, di maggiore o minore lunghezza, tutti in prima stesura. Nell'intento di ridurre il carattere di incompiutezza dell'opera, Brod ritenne legittimo e utile, forse ai fini della sua diffusione, di eliminare i capitoli frammentari, di eseguire suture, di cambiare forse l'ordine di successione di uno o due capitoli, di ravvivare la scrittura ove questa gli appariva incolore o conteneva idiotismi praghesi, presentando il tutto come un "romanzo". In una edizione successiva il curatore riportava il testo nella stesura pressoché originale, e pubblicava in appendice i capitoli incompiuti; in una terza edizione aggiungeva una serie di passi cancellati da Kafka. La presente versione del "Processo" è condotta su quest'ultima edizione. Il traduttore Giorgio Zampa ha messo ogni impegno nel cercare di restituire il carattere del testo tedesco.
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