Culto della ragione e dell'Essere Supremo (1793-1794)
Di Aulard, celebre storico della Rivoluzione francese, è stato tradotto quasi tutto in italiano. Questo libro viene quindi a riempire un vuoto ingiustificabile. La verità è che dell'instaurazione del culto dell'Essere supremo non si parla mai volentieri, da un versante e dall'altro degli studi sulla Francia dell'Anno II. Il tentativo (fallito) di abolire la religione cristiana non piacque e non piace ai sostenitori di quella Rivoluzione a causa del suo carattere chiaramente irrazionale, benché facesse appello alla dea Ragione. Ed è inutile spiegare perché non piacque ai detrattori della Rivoluzione, con gli autori cattolici in prima fila. Aulard si differenzia da entrambi i versanti critici e, sulla base di una copiosa documentazione, mostra le ragioni politiche alle origini di tale culto. Ne indica la necessità nello stato di guerra in cui la Rivoluzione venne a trovarsi. La considera quindi una pagina, effimera ma molto significativa, della lotta contro l'ancien régime, oltre che una manifestazione originalissima del nuovo spirito rivoluzionario. Il testo di Aulard si legge speditamente come un racconto. Ma lo stesso non si può dire del monumentale apparato di note che accompagna il racconto. L'editore le mette ovviamente a piè di pagina, ma non vi sono dubbi che la parte narrativa va per il grande pubblico, le note per gli studiosi. Il libro è nella collana «religiosa» e non in quella dedicata alla storia. Anche questa è una scelta.
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