I cinque
È un'epoca spensierata l'inizio del XX secolo, in una città, Odessa, nota in tutta la Russia per l'allegria e il senso dell'umorismo della sua popolazione multietnica, quasi un simbolo della possibile integrazione tra culture e nazionalità diverse. I cinque del titolo, Marusja, Sereza, Lika, Marko e Torik Mil'grom, figli di un'agiata famiglia ebrea, vengono descritti accuratamente e immersi nell'ambiente che li circonda in un ritratto idilliaco che rivela il profondo amore di Vladimir (Zeev) Zabotinskij per la sua gente e la sua terra. In Europa però si prepara la tragedia della Prima Guerra Mondiale e in Russia si accendono i fuochi che porteranno alla rivoluzione d'Ottobre; in tutto il mondo conosciuto si percepisce un senso di incombente pericolo, da cui i protagonisti sembrano volersi liberare con una scrollata di spalle. C'è una 'linea' che divide il romanzo, un prima e un dopo: una narrazione ricca di colore e umorismo, che tra gli altri luoghi porta il lettore fin dentro il Parlamento italiano a Roma, lascia il posto al susseguirsi di eventi drammatici che cambieranno per sempre le vite e i destini dei personaggi.
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