Il vizio impunito
Ogni critico ha una sua bussola, anche quando sostiene, un bel po'barando, di non averla o di non volerla avere. Quella di Lunetta sta, per scelta dichiarata, sotto gli occhi di tutti; e in ciascun paragrafo fa mostra di sé e si presta da ordito alla trama del libro. I punti cardinali segnati qui, sulla bussola, sono quattro, come d'uso. I primi due li diciamo, con il Calvino delle Lezioni americane, la leggerezza e il peso; gli altri, direttamente con l'autore, l'antagonismo e l'anacronismo. Le frivolezze geniali e le congetture architettate da lucide intelligenze, la materia erratica di scritture sulfuree e crudeli, le antipatie per il comune senso letterario e il dispetto per il gusto e le mitologie borghesi, il rifiuto del qui ed ora per seguire utopie o nostalgie del futuro: lungo queste direzioni di ricerca il lavoro critico di Lunetta "incontra" i testi e li "legge", e raddoppia la lena allorché i punti cardinali vi si proiettino in sinergia o, tanto meglio, vi si accendano in contraddizione.
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