Come il respiro del vento. Una storia vera
Il telefono del Centro Monte Adone, nel cuore dell’Appennino emiliano, squilla quasi trenta volte al giorno. Spesso a rispondere è Mirca, che l’ha fondato nel 1989 insieme al marito Rudi, ma alzano la cornetta anche la figlia Elisa e i tanti volontari che da anni fanno parte della «famiglia salvanimali». Le emergenze sono le più diverse: un fenicottero avvistato in strada, un procione tenuto come animale da compagnia, un lupo ferito da soccorrere, un esemplare esotico maltrattato. È il caso di Kuma e Kora, due cuccioli di leone sfruttati dal circo, o dello scimpanzé Oliver, talmente abituato agli umani da non riconoscerei suoi simili. Ma anche del lupo Navarre, salvato da Elisa con un’eccezionale respirazione bocca-muso, e delle tante altre specie ospitate dalla struttura. Ogni intervento è una sfida: recuperare, soccorrere, prendersi cura degli ospiti senza cadere nella tentazione di umanizzarli, e poi imparare a dire addio, spesso per restituirli al bosco, talvolta perché nessuna terapia è servita. Questo libro è il punto di incontro, diverso e possibile, tra il mondo animale e quello umano: un incontro improntato alla convivenza non invasiva, al rispetto reciproco e all’amore, nella consapevolezza che la dignità di un essere vivente non può piegarsi ai nostri desideri o stare chiusa in gabbia. Ma è anche una richiesta di ascolto verso le esigenze di chi non ha la parola, ma ha ugualmente diritto a vivere libero secondo la propria natura.
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