Ancora un po'. Come la scienza manipola i nostri consumi
Ci siamo passati tutti: apriamo un sacchetto di patatine o di snack, convinti che ne mangeremo solo un po’, e invece puntualmente lo svuotiamo. La stessa frenesia ci cattura di fronte ai social o ai videogiochi: pensiamo di concederci una breve pausa, e finiamo per passarci ore. Questi comportamenti compulsivi sono dettati dai cosiddetti «superstimoli», combinazioni sensoriali calibrate per soddisfare i nostri istinti naturali – quelli che ci portano a preferire cibi dolci, grassi o salati, oppure a cercare continue distrazioni – scatenando reazioni di piacere sempre più intense nel nostro cervello. In breve ci ritroviamo a esserne dipendenti, come sanno bene l’industria alimentare, le aziende high tech e le case farmaceutiche, che da anni assoldano i migliori specialisti per mettere a punto prodotti che ci rendono consumatori compulsivi. A scapito del nostro benessere, perché l’epidemia di obesità, la ludopatia, l’ossessione per il cellulare, ma anche le ultime, efficacissime droghe trovano origine nella scienza dei superstimoli.
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