A un soffio dalla fine
10 maggio 1996. Beck Weathers, quasi cinquantenne, partecipa alla tragica spedizione sull'Everest terminata con un bilancio di 9 vittime. A 8.200 metri, nel pieno di una furiosa tempesta, Beck resta per 12 ore nella cosiddetta "zona morta", dove l'aria è quasi priva di ossigeno. Trovato sepolto sotto la neve e il ghiaccio, viene creduto spacciato e abbandonato. ma Beck è vivo. Con gli arti congelati, il viso in necrosi e quasi totalmente cieco, ma vivo. 22 ore dopo la tormenta, sorretto dall'immagine della moglie e dei figli che gli sono apparsi nello stato precomatoso in cui è sprofondato spronandolo a muoversi, trova la forza di rimettersi in piedi e di raggiungere il campo-base, dove i sopravvissuti lo accolgono come un fantasma. Questa volta il suo corpo è completamente assiderato. I compagni lo avvolgono in un sacco a pelo e lo lasciano lì. Per lui non c'è più niente da fare. Viene abbandonato a morte certa per la seconda volta... Il miracoloso risveglio di Seaborn Beck Weathers dal coma profondo da ipotermia è storia, ma le motivazioni che lo hanno spinto a scalare la cima più alta del mondo e il doloroso recupero dopo il drammatico salvataggio non sono mai stati raccontati. Narrato con schiettezza e autoironia da Weathers in persona, "A un soffio dalla fine" spiega il fascino perverso e la sottile seduzione degli sport estremi e svela l'altra faccia degli "eroi" che si dedicano a queste imprese disperate. E' la storia, vera ed emozionante, di un uomo normale, di un matrimonio come tanti e di una famiglia che sono sopravvissuti all'impossibile.
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