Il cerchio di sangue
Un crescendo di lentezza e pochezza. Così definirei il thriller di questo ex modello, palombaro-giornalista-fotoreporter giramondo. Una grossa opportunità sprecata! L'inizio incuriosisce ed il prosieguo cattura. La passione per i viaggi dell'autore trasuda limpida, impregnando le pagine di fascino e mistero fino a che si comincia a dipanare la matassa e capire la storia; a questo punto tutto crolla inesorabilmente, il castello si sgretola e la delusione monta rabbiosa. A tratti sembra un'opera degna del miglior Dan Brown, stile scorrevole, capitoli brevi, rivelazioni per bocca di studiosi a dialogo col protagonista (a proposito, l'unico vero colpo di scena riguarda la memoria di Nathan!) tanto da essere vicino alle 4 stelle. Purtroppo il romanzo non mantiene le promesse e perde smalto, forse lucidità, certamente coerenza, precipitando nell'oblio fino a scadere in un finale ridicolo e da B-movie americano. Un inganno, un abbaglio, uno sproloquio senza fondamento. Non a caso Jérome Delafosse è sparito nel nulla. Risparmiate i quattrini.
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