Il segreto di Champollion
31 dicembre 2003. Allo scoccare della mezzanotte, l'editore parigino Maximilien Courcelles spezza il sigillo di cera e apre un plico custodito in gran segreto da centocinquant'anni. All'interno trova un antico manoscritto, il diario di tre eruditi orientalisti partiti per l'Egitto al seguito di Napoleone con un compito misterioso e affascinante... 17 maggio 1798. Un'imponente flotta formata da più di 300 navi salpa dal porto di Tolone con destinazione la costa egiziana. Nelle intenzioni del generale Bonaparte la spedizione non è solo una campagna militare: è anche una crociata scientifica. A bordo di quelle città galleggianti, infatti, oltre a 30.000 soldati, 10.000 marinai, 600 cavalli e 1.000 pezzi d'artiglieria, viaggiano più di 160 studiosi di diverse discipline che dovranno conquistare alla scienza e alla ragione i segreti della civiltà egizia. A tre di essi in particolare - l'orientalista e stampatore Pharos J. Le Jeancem e i matematici Morgan de Spag e Orphée Forjuris - Napoleone affida un importante compito: decifrare gli impenetrabili geroglifici. Nel suo sogno di unire Oriente e Occidente sulle orme di Alessandro il Grande, il generale Bonaparte è convinto che in quell'antica scrittura si celi il segreto del potere assoluto del Faraone, come se quei simboli fossero il tramite fra Dio e l'uomo. L'impresa si presenta irta di difficoltà, fra le imboscate delle orde di mamelucchi e le infernali traversate del deserto, fra malattie e carneficine, ma Le Jeancem, de Spag e Forjuris hanno suggellato un patto: consacrare la vita alla ricerca della verità. La loro tenacia viene premiata con la scoperta sensazionale di una stele incisa in tre differenti grafie, tra cui il greco che, essendo conosciuto, offre finalmente la chiave per giungere alla comprensione del significato occulto delle "parole degli dèi". In realtà il mistero resterà tale fino all'incontro con un giovanissimo genio delle lingue orientali, Jean-François Champollion: per vent'anni la stele di Rosetta sarà la sua ossessione, fino alla morte. Si mormora che Inghilterra e Vaticano abbiano ordito un complotto per avvelenarlo, forse con l'aiuto di una bella poetessa fiorentina al soldo pontificio... ma solo nell'ultima parte del diario Le Jeancem, ormai morente, svelerà il segreto legato alla notte dell'agognata decifrazione e al destino di Champollion...L'autore mescola Storia e invenzione letteraria con grande sapienza e un continuo crescendo di tensione narrativa, e ci offre un romanzo storico di rara capacità visionaria in cui la scrittura fortemente emotiva riesce a evocare sia l'esotismo dell'Egitto sia l'impeto irrefrenabile verso la conoscenza proprio dell'Illuminismo. Ma, soprattutto, ci racconta l'avventura umana e scientifica di un personaggio geniale, appassionato e tormentato: Jean-François Champollion.
Momentaneamente non ordinabile