Il venditore di rose

Il venditore di rose

Lei, Marian, è una stimata docente di storia all'università, nonché autrice di un saggio che è diventato un bestseller. Segni particolari: ricca, sposata, appartenente all'upper class newyorkese. Età: 48 anni. Lui, Oliver, è il proprietario di "La Rosa Bianca", un negozietto di fiori al Greenwich Village. Segni particolari: è il figlio della migliore amica di Marian. Età: 26 anni. L'affaire tra questa "strana coppia" va avanti da un po', e non è la classica avventura a base di sesso fra la matura signora disincantata alla ricerca di emozioni forti e l'aitante giovanotto di turno. La loro è una storia importante, profonda, che Oliver vorrebbe far uscire dalla clandestinità e gridare al mondo intero. Scontrandosi con il volere di Marian che, nonostante si renda conto con terrore di essersi innamorata, sa perfettamente che per loro non c'è futuro. Dopo l'amore, è proprio di questo che stanno discutendo, anzi litigando, quando suona il campanello. Chi sarà? Marian va ad aprire - intimando a Oliver di non azzardarsi a uscire dalla camera da letto - e con sua grande sorpresa si trova davanti l'insopportabile, pomposo, sbruffone cugino Barton. Che è venuto fin lì di persona per annunciarle le prossime nozze con Sophie - guarda caso figlia di uno degli uomini più ricchi della città e per curiosa coincidenza anche una studentessa di Marian. Sorrisi, congratulazioni di rito, brindisi. Marian è sempre più in imbarazzo, si sente pure un po' in colpa: era convinta che al cugino non interessassero le donne... All'improvviso, la porta della camera da letto si spalanca e fa' la sua comparsa un'avvenente bionda che si presenta come Olivia, assistente di Marian. La quale, riconoscendo come suoi parrucca e vestiti, avvampa, mentre Barton è semplicemente folgorato dalla visione e - farfallone presuntuoso - osa delle 'avances' sempre più pesanti. Da questo momento le vite di tutti - compresa quella di Sophie - vengono rimescolate in una irresistibile commedia degli equivoci degna del miglior Oscar Wilde. Fra scene di passione, di struggimento, di tensione, di uomini nascosti nell'armadio, di travestimenti da 'drag queen' - cui fanno da contrappunto i meravigliosi fiori di "La Rosa Bianca" - tutti, in un modo o nell'altro, scopriranno che l'amore, in ogni sua declinazione, non è mai una cosa semplice. Ma sempre e comunque un dono che vale la pena di vivere. Scoppiettante come un fuoco d'artificio, in perfetto equilibrio fra dramma e commedia, diverte, emoziona, ma fa anche riflettere. Scritto con stile frizzante e ironico, in un continuo alternarsi di momenti commoventi ed esilaranti trovate, è un romanzo tenero e intelligente da cui ci si stacca con fatica, e che si ha voglia di rileggere.
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