Diario vagabondo

"Di splendido non ci sono che i ricordi, che qualche volta perdono, tuttavia, di splendore e diventano rimpianti". Sono parole del "Diario vagabondo" di Liala, un diario che spazia lungo l'arco di tutta una vita, da quando la scrittrice, bambina, era chiamata Ghinghi a quando, molti anni dopo, guarda il mondo con occhi saggi e un poco malinconici. I ricordi di Liala sono ricordi d'amore: amore per i compagni della giovinezza, per la pecorella bianca che ricevette in regalo a cinque anni, per il suo lago sereno, per la vita. Amore, soprattutto, per il suo bel pilota, che dopo averle donato una breve stagione di felicità la lasciò sola, precipitando con il suo bolide azzurro nelle acque azzurre del lago. Ma quell'amore era stato "strisce di luce, di fulgore, di bellezza, stelle cadenti che partono e brillano" e a Liala era bastato per illuminare tutta la sua vita.