Banalità. Luoghi comuni, semiotica, social network
«La banalità contemporanea non è tutta nei social network, né è banale tutto ciò che è nei social network: essi costituiscono però senza dubbio un buon campo per la sua osservazione.» «Con le armi delle semiotica, Stefano Bartezzaghi indaga su un'ossessione contemporanea, alimentata dai social network: essere originali a tutti i costi» - Il Venerdì La banalità è il nostro nuovo demone. È da quest'ultima che vogliamo rifuggire, come dalla noia, ma è questa stessa fuga a renderci sempre più banali (e noiosi, e annoiati). Per i luoghi comuni proviamo esplicite repulsioni e recondite attrazioni, la nostra idea di successo è che tutti notino come siamo bravi a svincolarci, almeno momentaneamente, da essi. In queste pagine Bartezzaghi si arrischia a seguire due convinzioni. La prima è che abbiamo sbagliato spauracchio e che convenga invece cercare di «avere un buon rapporto» (come oggi si dice) con la banalità, nostra e altrui. Come accade con le persone, per «avere un buon rapporto» con qualcuno occorre guardarlo in faccia, conoscerlo, rivolgersi a lui con schiettezza. Dobbiamo farci amica la banalità. La seconda convinzione è che i social network oggi sono un ambiente particolarmente adatto a farcela guardare in faccia e a conoscerla.