Dissertazioni. Testo greco a fronte
Di Massimo di Tiro si conoscono pochi dettagli biografici. Le fonti antiche, concordi nel ritenerlo "filosofo" e "filosofo platonico", affermano che le sue dissertazioni (διαλέξεις) o indagini filosofiche (φιλόσοφα ζητήματα e φιλοσοφούμενα) sono da ricondursi al suo primo soggiorno a Roma, al tempo dell'imperatore Commodo. Le quarantuno dissertazioni filosofiche di Massimo di Tiro offrono una visione privilegiata della cultura imperiale del secondo secolo, epoca in cui, dominante l'eleganza stilistica, anche la filosofia non disdegnava di dispiegare i propri contenuti mediante il bello stilo dello strumento retorico. Nello svolgimento dei temi, perlopiù platonici nell'ispirazione e orientati ad argomenti presenti al dibattito coevo, ma comunque non escludenti altre influenze filosofiche, Massimo di Tiro si mostra pensatore dalla non banale semplicità. Muovendosi fra filosofia e letteratura, fra Platone e Omero, egli calibra l'erudizione sul filtro di un'esigenza educativa di ampio respiro. Nel volume si presenta la prima traduzione italiana completa dal greco. Il commento critico, aggiornato al dibattito accademico internazionale, mira a mostrare come l'opera del pensatore meriti una rinnovata attenzione nell'ambito degli studi classici letterari e filosofici, giacché nel delineare il quadro culturale del tempo essa consente di meglio precisare alcuni non marginali aspetti del platonismo del secondo secolo.