Un' orchestra di piccole voci
Vecchia saggezza, proverbi, ventate di buonsenso s’intrecciano in un racconto tragicomico, detto in una prosa limpida e vivida, in cui la passione dichiarata di Obioma per Omero s’innesta sugli amatissimi miti delle sue radici. «Scritto divinamente, con un tocco di realismo magico e una buona dose di triste realtà» - Washington Post «Una storia antica come l'epica» - New York Times Book Review «Un romanzo potente e sfaccettato che conferma lo status di Obioma come una delle voci più interessanti della letteratura africana moderna» - Financial Times Ho vissuto abbastanza tra gli uomini per sapere che la solitudine è come un cane rabbioso che abbaia senza sosta nella lunga notte del dolore.Nigeria, anni 2000. Nonso salva una giovane donna che sta per gettarsi da un ponte, e lo fa lanciando in acqua due dei suoi preziosissimi polli per dimostrarle il rischio che corre. Ndali non si getta, anzi, finisce per innamorarsi del suo improbabile salvatore. Ma lei è di famiglia ricca, e lui è un modesto allevatore, ignorante, per di più. Per poter ambire alla sua mano vende tutto quello che ha allo scopo di pagarsi gli studi a Cipro, affidando il denaro a un conoscente che si premura di fare da intermediario. Inutile dire che si tratta di una truffa: una volta a Cipro il buon Nonso trova "l'Africa in Europa", vede svaporare la speranza di studiare, viene scambiato per Ronaldinho e si infila in una sequenza di altri guai che lo condurranno verso la violenza. La vicenda è narrata dal chi, lo spirito guardiano di Nonso, in conversazione con la coorte di divinità alte e basse che affollano l'Olimpo Igbo: vecchia saggezza, proverbi, ventate del buonsenso che Nonso evidentemente non possiede s'intrecciano in un racconto corale tragicomico, in cui la passione dichiarata di Obioma per l'epica occidentale s'intreccia con gli amatissimi miti delle sue radici.