Una vita senza fine
Un romanzo dissacrante e allo stesso tempo un impietoso ritratto di una generazione e un minuzioso reportage sulle ricerche che indagano i processi di invecchiamento. Perché, come diceva Woody Allen, «non ho paura della morte, ma quando arriverà preferirei non esserci». «Con tono scanzonato e ironico, Frédéric Beigbeder parte alla ricerca dell'eterna giovinezza nel nuovo romanzo Una vita senza fine, descrivendo il SuperUomo che la scienza sta cominciando a immaginare, tra cellule riprogrammate in staminali, esoscheletri motorizzati in titanio, organi di maiali umanizzati, trapianti del Dna di pipistrelli per visione notturna, microprocessori cerebrali» - Anais Ginori, Il Venerdì Dottor Buganim, accetterebbe di ricevermi per rinviare la mia morte? Il mio budget è adeguato. A questo proposito, mi piacerebbe sapere: quanto costa la vita eterna? Sia così cortese da mandarmi un preventivo di immortalità per posta. All the Best. Frédéric, due figlie e una brillante carriera di presentatore su YouTube, varca la soglia dei cinquant'anni e comincia a notare alcuni inquietanti segni di cedimento: ormai non si gira più a guardare le ragazze per strada per paura del torcicollo, gli occorrono almeno tre giorni per riprendersi da una notte alcolica, il nipotino dodicenne lo straccia a tennis. Il suo cervello sembra molto più giovane del corpo e il pensiero della morte comincia a farsi ossessivo. Così Frédéric si accosta alle più recenti scoperte scientifiche sul ringiovanimento cellulare, viaggiando da Parigi a Israele, tra grandi luminari, cibi antiossidanti e improbabili cure detox, alla disperata ricerca dell'immortalità.
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