Autobiografie della leggera. Emarginati, balordi e ribelli raccontano le loro storie di confine
La "leggera" o "ligéra" nel linguaggio gergale è quel mondo ai margini della legalità fatto di biscazzieri, ricettatori, protettori e ladri che dal dopoguerra fino agli anni ottanta ha prosperato a Milano, prima di essere soppiantato da mafia, 'ndrangheta e camorra. Danilo Montaldi ha raccontato le storie della mala e di questi criminali dal volto umano con tono lieve e accurato: ci fa conoscere il pescatore di frodo che vive in una baracca sulle sponde del Po decorata con falce e martello; Cicci, giovane prostituta e poi moglie di un contadino. Uomini e donne che vivono di espedienti ma incapaci di azioni violente e di veri crimini, e che qui si raccontano con lo spavaldo pudore e con l'orgogliosa dignità di chi ha resistito per un po' alla travolgente avanzata della criminalità moderna fatta di droga e kalashnikov.
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