Il quaderno cancellato
Al suo debutto nella narrativa lo sceneggiatore di Biutiful e Birdman scrive un romanzo vertiginoso e surreale, che dietro un velo noir cela una riflessione profonda e insieme divertente sulla creazione artistica. «Il quaderno cancellato racconta tutto. Non in senso scandalistico — anche se cita molti registi, festival, titoli di film. In senso romanzesco.» – Robinson Tutto cominciò con una sceneggiatura cinematografica. Un copione che non avrebbe dovuto essere scritto. Nel piccolo appartamento di Buenos Aires condiviso con la madre Pablo Betances ha sempre sognato di scrivere: voleva essere prima un romanziere e poi uno sceneggiatore. Il sogno è diventato realtà quando ha conosciuto Santiago Salvaterra, salvo poi farsi incubo visto che il "più grande regista cinematografico latinoamericano di tutti i tempi" lo ha reso prigioniero e lo costringe a scrivere sceneggiature, veri e propri successi internazionali, rinchiuso in uno scantinato dove ci sono solamente un materasso, un computer portatile, la discografia completa dei Beatles, un ukulele, tutte le opere di Borges e un quaderno. L'unica via d'uscita è scrivere un'ultima sceneggiatura, quella che consacrerà Salvaterra nell'olimpo del cinema: un tour de force che Pablo appunta meticolosamente sul suo quaderno, un diario di prigionia dove giorno per giorno cancella ogni singola parola subito dopo averla scritta. Man mano che la stesura del capolavoro procede i rapporti tra i due uomini si fanno sempre più burrascosi, finché un giorno Pablo si blocca. È la fine?
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