Il garofano rosso
Uno dei racconti di formazione più riusciti della nostra letteratura, il documento più autentico di un'epoca e di una trasformazione cruciale e lo specchio allo stesso tempo realistico e poetico delle nobili e confuse aspirazioni di un'intera generazione. «Il principale valore documentario del libro è tuttavia nel contributo che può dare a una storia dell'Italia sotto il fascismo e a una caratterizzazione dell'attrattiva che un movimento fascista in generale, attraverso malintesi spontanei o procurati, può esercitare sui giovani» – Elio Vittorini «Nel "Garofano" la politica ha parte importante, ma più ancora contano gli umori e le passioni di una gioventù pronta a riconoscersi nel fascismo a condizione che questo insista sul suo ruolo rivoluzionario, sulla sua capacità di interpretare il desiderio di rimescolamento sociale e culturale» – Cesare De Michelis Siracusa, anni venti. Alessio Mainardi, liceale inquieto e ribelle, aderisce con entusiasmo alla prima fase antiborghese e rivoluzionaria del fascismo. L'iniziazione alla vita adulta lo porta a sbandare tra la relazione fuggevole e ideale con la studentessa Giovanna, schiva e austera, e il rapporto concreto e sensuale con la misteriosa prostituta Zobeida. Ma anche, infine, a mettere da parte i sogni di ribellione per una vita più ascetica o borghese. Il primo romanzo di Vittorini, censurato negli anni trenta per le tematiche fortemente sensuali e per le implicazioni politiche e pubblicato solo nel 1948, è uno dei racconti di formazione tra i più riusciti della nostra letteratura, il documento più autentico di un'epoca e di una trasformazione cruciale e lo specchio allo stesso tempo realistico e poetico delle nobili e confuse aspirazioni di un'intera generazione.