Adriana cuore di luce
Adriana Capocci Belmonte muore nel 1944 nella Napoli incandescente raccontata da Curzio Malaparte ne "La pelle": ha solo ventisei anni, e il destino non le concede nemmeno di veder finire la guerra. Erede di una famiglia aristocratica, bellissima e sofisticata, la treccia fulva che le incornicia il viso, Adriana cuore di luce è innamorata della vita, del sapere, dei vagabondaggi in terre lontane. La sua grande amica-sorella è la scrittrice Anna Maria Ortese, che la immortalerà col nome di Aurora Belman nel romanzo "Il porto di Toledo". Di ogni luogo, di ogni incontro, di ogni passione Adriana racconta nelle sue lettere, nei taccuini di viaggio e in un febbrile diario intimo riportato alla luce dalla nipote Silvana de Luca. E dalla sua voce che giunge così fino a noi l'emozione degli incontri con Alberto Moravia, con il pittore Enrico Prampolini che le dedicherà nel 1941 uno sfolgorante ritratto, con Franco Fortini, con Paolo Monelli, con lo scrittore indiano Soumy Tagore, con il compositore Konrad Lechner, infine con il giovane storico Aldo Romano che si rivelerà una personalità molto più irta di contraddizioni di quanto la fervida Adriana pensasse. Attingendo alla ricca messe di inediti ritrovati, ricostruendo per noi l'universo culturale che circonda la loro autrice, Sergio Lambiase riporta in vita in queste pagine una ragazza vicina a noi per sensibilità, intelligenza, capacità di cogliere ogni attimo nella sua irripetibile ricchezza.
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