Gli oscillanti

Gli oscillanti

Inseguendo le voci dei canti fino nel cuore del buio. «Davvero li sento oscillare, questi poveri abitanti di Grottarda, in ogni gesto, ogni giorno, e se li potessi osservare nel corso della loro vita li vedrei oscillare da quando nascono a quando muoiono, tra la loro esistenza ufficiale e il loro lato nascosto, tra il bisogno di luce, sempre troppo scarsa e precaria, e l'attrazione per il buio che li insegue fin nelle case, fin nel sonno.» Il viaggio, tra tornanti e gallerie, è interminabile, e all'arrivo si viene accolti dalle maschere spaventose con cui i paesani salutano i forestieri – eppure è proprio quassù che lei voleva arrivare: a Crottarda. La protagonista di questo racconto è una giovane etnomusicologa che ha deciso di condurre una ricerca sull'antico fenomeno dei canti notturni con cui i pastori crottardesi dialogano misteriosamente da una montagna all'altra. Posta sul versante in ombra, e in lotta feroce con Autelor, il villaggio dirimpettaio baciato dal sole, Crottarda è segnata da un'oscurità che, con il passare dei giorni, sembra invadere anche la mente. Anche la conformazione dei luoghi non è che uno specchio del temperamento degli abitanti: il suolo è poroso, l'acqua vi ha scavato doline profonde e tutta la solidità delle cime rischia di collassare in quella invisibile rete di vene. Come in un sogno o in una vivida fiaba, la protagonista insegue le voci dei canti affiancata da due singolari aiutanti – una ragazza strampalata e uno speleologo armato solo della sua lampada frontale – mentre ogni certezza, e la terra stessa, sembrano franare sotto i suoi passi leggeri. La vicenda ha luogo negli anni ottanta ma in un certo senso appare sospesa fuori dal tempo, in un eterno ripetersi delle stagioni: tragedia e commedia vi sono inestricabilmente unite, mutevoli come la luce sui versanti delle montagne. Claudio Morandini dà vita a un canto sulla nostra incapacità di dirci e, al tempo stesso, a un atto di fede nella parola come chiave di una possibile verità.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Martino Ciano

Lei è una giovane ricercatrice che si reca tra i monti per studiare i canti dei pastori. Trascrive melodie su un pentagramma e cerca di comprenderne il significato. Queste note vocali sono parte di un linguaggio ancestrale, che le generazioni si sono tramandate negli anni. Sono richiami che rimbalzano tra le pareti scoscese dei monti, corrono lungo le vallate, si inabissano nelle doline e diventano un mistero...

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