Un frutto acerbo

Un frutto acerbo

Wioletta Greg debutta nella prosa con una storia di formazione dai contorni vividi raccontando il fortissimo legame con la sua terra «Questo esordio brilla quasi quanto una pietra preziosa. Il pieno potere della prosa di Greg si avverte fino alla fine, mentre il romanzo accelera insieme all'adolescenza di Wiola per trascinarci nell'ignoto» - The Guardian «Entusiasmante, Greg realizza una forma di alchimia letteraria che affascina per la sua capacità di spingerci all'interno di un paesaggio personale, in cui il passato eterno e il presente convivono» - The Guardian «Il primo romanzo di Wioletta Greg brilla di un vigore surreale e inquietante. Da pluripremiata poetessa, Greg scrive con un lirismo che ravviva il fascino e i pericoli della vita di Wiola» - Financial Times Wiola vive in una comunità agricola molto unita, ha un gatto nero di nome Nerino, suo padre è un disertore diventato tassidermista, sua madre le dice che uccidere i ragni porta lampi e fulmini. Wiola non deve mai entrare nella stanza segreta della sarta, colleziona le etichette delle scatole dei fiammiferi, è una brava ragazza cattolica cresciuta tra fiabe e superstizioni. È questo il perimetro di un'adolescenza a Hektary, villaggio rurale nella Polonia degli anni ottanta. I ricordi di Wiola sono precisi, intensi, sensuali: giocosità e capricci emergono dai pettegolezzi delle donne del villaggio, dalle voci di visite dal papa e dalla raccolta delle ciliegie, mentre i disordini politici e gli uomini predatori proiettano ombre scure su una vita perlopiù spensierata.
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