Gengiz-Khan. Primo imperatore del «Mirabile Dominium»
Il genio straordinario di Gengiz-Khan, vissuto tra la fine del 1100 e l'inizio del 1200, ha segnato con un marchio indelebile tutta la storia dell'Oriente, riverberando riflessi di fuoco sull'Occidente cristiano. Egli divide con Attila il poco invidiabile privilegio di servire da termine di paragone a tutti i 'nemici dell'umanità', invasore feroce e distruttore sanguinario, il primo che eresse il terrore a sistema di governo e il massacro a istituzione. Ma qual è il vero Gengiz-Khan? Fu un guerriero perfetto, ma despota crudele e terribile, o prode aristocratico della steppa? Tiranno astuto o sanguinario eroe epico? Barbaro distruttore o costruttore geniale? Questa splendida biografia del grande condottiero mongolo non sfugge agli interrogativi, e cerca anche una risposta attraverso la minuziosa comparazione di tutte le antiche fonti originali mongole, cinesi, manciù, turche, arabo-persiane, arabo-latine, armene, georgiane, russe e medievali d'Occidente. Ne scaturisce un racconto intenso nello stile, condotto come una 'chanson de geste' in un paesaggio smagliante che suggestiona il lettore con l'attrattiva poetica di un mondo esotico. Ancor oggi, su chi attraversa lo sconfinato continente asiatico, seguendo quelle vie di comunicazione ch'erano un tempo la 'Strada Tartara', la 'Strada della Giada e della Seta', la 'Via del Tè', aleggia uno spirito immortale, quello d'un uomo di "statura gigantesca, costituzione robusta e occhi di gatto" che, pur nel terrore, contribuì alla civilizzazione.
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