Gorgia
A seconda della prospettiva a cui si dà rilievo, il "Gorgia" può apparire un dialogo sull'oratoria antica, sull'etica e sulla politica. In realtà, il "Gorgia", come dice lo stesso Socrate, riguarda alcuni dei temi fondamentali per l'uomo. Infatti, chiedersi se sia meglio subire che compiere ingiustizia significa domandarsi se un'etica fondata sulla ricerca della verità debba essere 'ingrediente' essenziale e imprescindibile dell'azione politica e se basti invece, saper parlare persuasivamente, sapere propagandare bene le proprie tesi, anche dannose per il popolo, accarezzandone le passioni, pur di conquistarsene il favore. Per Platone, l'etica è perseguimento del bene proprio o altrui e questo bene è fondamento ontologico dei valori e della verità stessa. Ecco perché la filosofia, in quanto ricerca del vero, è di ausilio alla politica, che viene concepita come 'servizio' finalizzato al 'miglioramento morale' dei concittadini. Solo comprendendo questo, non si resta sorpresi di fronte a queste paradossali affermazioni di Socrate: felice è colui che non commette ingiustizia e piuttosto subisce ogni danno pur di non commetterla; felice è anche chi, avendo commesso ingiustizia, sconta la pena; infatti, felice è solo chi consegue il bene dell'anima, che è il vivere secondo giustizia e libera dalle colpe (come suggela il mito escatologico conclusivo).L'edizione è curata da Giovanni Reale, studioso di Platone di fama internazionale. Il suo saggio introduttivo mette in luce con grande chiarezza e precisione il significato storico-filosofico dell'opera all'interno della vita e del pensiero di Platone, nonché la trama concettuale che la sorregge e la sua attualità. La 'traduzione', puntuale e moderna, rende più agevole la lettura grazie alle intitolazioni e alle precisazioni apportate dalle 'note al testo', che rappresentano un vero e proprio commento. Seguono lo 'schema del contenuto di Gorgia' e un''appendice bibliografica' sulla letteratura critica del XX secolo [...]
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