San Gennaro. Storia di un culto, di un mito, dell'anima di un popolo
San Gennaro, decapitato nel 305 dopo Cristo a Pozzuoli, presso il vulcano Solfatara, era assurto a patrono di Napoli, sembra, in occasione di una calamità naturale. Prima di lui, il patrono di Napoli era Sant'Agrippino; ma nel V secolo, esattamente nel 472, esploso il Vesuvio in una furibonda eruzione, centinaia e forse migliaia di napoletani si erano riversati presso il sepolcro di san Gennaro, nelle oscure catacombe di Capodimonte, e proprio a lui avevano chiesto protezione. Da allora il rapporto tra san Gennaro e i napoletani, si è sempre basato sulla sua facoltà di proteggere la città da "tremuoti" (terremoti) e da eruzioni. Con espressioni in bilico tra l'enfasi e lo scherzoso, questo rapporto fra il santo e la città fu ben puntualizzato da Alessandro Dumas il quale nel 1841 scrisse: "Cittadino prima di tutto, san Gennaro non ama in realtà che la sua patria; la protegge contro ogni pericolo, la vendica di tutti i nemici: civi, patrono, vendici, come dice una vecchia tradizione napoletana. Se il mondo intero fosse minacciato da un secondo diluvio, san Gennaro non alzerebbe nemmeno il mignolo per impedirlo ; ma se la minima goccia d'acqua dovesse nuocere ai raccolti della sua buona città, san Gennaro muoverebbe cielo e terra per ricondurre il bel tempo."
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