Trattato teologico-politico. Testo latino a fronte
Dopo l'espulsione dalla comunità ebraica di Amsterdam, avvenuta il 27 luglio 1656, Spinoza ventiquatrenne decide di condurre una vita appartata per dedicarsi con piena libertà alla filosofia, intesa e praticata come ricerca e indicazione di uno stile di vita che consente all'uomo di perferzionare al massimo la propria natura e di conseguire la felicità. Insieme all'"Ethica", che è l'opera di Spinoza più impegnata teoricamente, anche il "Tractatus theologico-politicus" (redatto fra il 1665 e il 1670, quando l'"Ethica" era già quasi ultimata) ubbidisce a una finalità di tipo etico, e precisamente a quella di individuare, a livello religioso e politico, le condizioni che garantiscono il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, l'autonomia della coscienza filosofica, la tolleranza religiosa, la pacifica convivenza tra varie credenze e forme di vita. E in ciò consiste il contributo decisivo del "Tractatus" per la formazione della coscienza etico-politica dell'Occidente: per la prima volta il tema della libertà di pensiero viene trattato sistematicamente, con l'intento di dimostrare che tale libertà non solo è compatibile con la religione e la pace dello stato, ma che anzi, essa non può essere soppressa se non insieme alla pace dello stato e alla stessa religione. Una lettura dell'opera che tenga conto del carattere essenzialmente etico della riflessione di Spinoza consente di comprendere la straordinaria rilevanza storica di alcune sue tesi, e di misurarsi con alcune soluzioni a problematiche di grande attualità: il rapporto ragione-fede o filosofia-teologia; i fondamenti del credo religioso; la valenza etica della religione.Edizione con testo a fronte.