La grande guerra nel Medio Oriente. La caduta degli Ottomani (1914-1920)
La caduta degli ottomani fu un evento epocale: per oltre sei secoli avevano rappresentato il più grande impero islamico al mondo. Negli anni precedenti il 1914 l'impero ottomano si trovò a dover fronteggiare gravi minacce, interne ed esterne, che lo indebolirono; fra queste, le mire espansionistiche russe minavano apertamente la sua sopravvivenza. Furono queste le premesse che spinsero gli ottomani a cercare la salvezza nell'alleanza con una potenza europea, una ricerca che li avrebbe attirati dritti dentro la Grande guerra. Con gli ottomani alleati degli imperi centrali, e lo stallo sul fronte occidentale, inglesi, francesi e russi escogitarono un piano audace per distruggere l'anello debole della Triplice alleanza e ottenere una veloce vittoria dell'Intesa: un'invasione senza precedenti della penisola di Gallipoli. Il nuovo libro di Eugene Rogan ricrea uno dei fronti più importanti ma spesso meno analizzati e compresi della Prima guerra mondiale, per restituirgli finalmente il posto che gli spetta nella storia del conflitto e del moderno Medio Oriente. Attraverso resoconti dettagliati e avvincenti delle principali battaglie, combattute nelle condizioni climatiche più brutali - dagli aridi deserti al ghiaccio e alla neve del Caucaso - prende vita tra le pagine un teatro di guerra che si dimostrò più crudele di ogni altro. Nonostante abbiano resistito con grande abilità e determinazione all’attacco violento degli Alleati, e umiliato gli inglesi sia a Gallipoli sia in Mesopotamia (oggi Iraq), gli ottomani furono alla fine sconfitti. Gli strascichi di quella disfatta continuano a farsi sentire ancora oggi: le origini del Medio Oriente contemporaneo, ma soprattutto dei suoi conflitti e dei suoi problemi irrisolti, vanno cercate proprio nel crollo dell’impero e nella spartizione dei suoi territori fra i vincitori europei.
Momentaneamente non ordinabile