In nome dell'imperatore
Prima metà dell'Ottocento, il lombardo-veneto appartiene all'Austria e a Trento un giudice dal cuore italiano, Antonio Salvotti, si trova ad istruire i processi contro i patrioti che lottano per l'indipendenza dell'Italia dall'impero di Vienna. Davanti a Salvotti passano giovani carbonari e illustri prigionieri come Silvio Pellico, Piero Maroncelli e Federico Confalonieri: i ribelli sono molto diversi dall'immaginario eroico che la storia ci ha consegnato. Disorganizzati, pentiti, si accusano e mostrano le loro debolezze nelle lettere scritte al giudice che li ha condannati, per ringraziarlo della correttezza dimostrata. "Nel nome dell'imperatore" è la storia di un uomo calunniato e di un magistrato presentato dai libri di scuola come aguzzino, una storia completamente stravolta dalla retorica risorgimentale che trova giustizia nella scrittura di Fausta Garavini.
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