La farfalla e il semaforo
La reputazione di Cynthia Ozick si fonda sui suoi racconti. Scrive di amarezza, crudeltà e pulsioni inconsce con precisione accecante e tenerezza estrema. Ha creato una raccolta senza tempo in cui confluiscono la mitologia greca, la superstizione e l'esperienza socio-culturale della comunità ebraica trapiantata negli Stati Uniti. "Il rabbino pagano" viene sedotto dallo spiritello di un albero dopo aver assistito al salvataggio di sua figlia da parte di uno spirito acquatico. Ma una simile estasi non è concessa ai mortali... In "Invidia", un poeta yiddish, che anela al successo di un suo contemporaneo, finisce per diventare il personaggio di una storia di l.B. Singer, dominato dal suo desiderio e perseguitato dal ricordo di un bambino. In "La moglie del dottore", il racconto più delicato, un povero dottore - che per molti versi ricorda Cechov - si trascina nella routine famigliare adorato delle sue tre sorelle e oppresso dagli obblighi che ciò comporta. In queste storie possiamo scorgere l'autrice stessa e tutto il suo mondo poetico. Le storie possono essere lette anche come pure rievocazioni dell'esperienza ebraica, dove il tempo sembra non aver scalfito i personaggi. In "La farfalla e il semaforo", Gerusalemme viene descritta nel suo essere adagiata su una collina come una leggenda, mentre l'America viene ritratta come un paese senza città segnate da battaglie.
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