Equivoco (L')
Lontano dalle voci concitate del mondo, un uomo anziano, Mario, vive ritirato nell'aristocratica villa che la moglie Ada ha lasciato in eredità a lui e ai suoi figli. Donne attempate ed evanescenti e il fidato cameriere egiziano Kemal sono gli unici compagni della sua vita solitaria e ripetitiva, organizzata come il meccanismo perfetto di un orologio. Ma ecco arrivare un ospite inatteso, e imprevedibile come il destino: Vanni, un vecchio compagno d'armi conosciuto durante la Seconda Guerra Mondiale e da allora mai più rivisto, che si presenta davanti a Mario dopo aver abbandonato la clinica in cui era ricoverato, per cercare in lui un ultimo rifugio, una complicità nell'attesa di una fine annunciata. Ma forse quell'arrivo non è casuale, anzi è piuttosto ambiguo. Saranno Gioacchino e Tati, figli di primo letto di Ada, a sospettare, a indagare e, in qualche modo, ad affezionarsi al vecchio Vanni. Da qui si scatena a poco a poco, sommessamente, ma in modo inesorabile, un intreccio di rancori, gelosie, passioni, fraintendimenti, che trovano il loro culmine quando Mario scopre una lettera che rivela un lontano legame tra Vanni e Ada, e la misteriosa scomparsa della sorella di Ada, Elena. In un susseguirsi incalzante di equivoci, accuse, pentimenti e domande che rimangono senza risposte, il romanzo inverte la rotta. Alain Elkann ha dimostrato ancora una volta di saper costruire con abilità di tessitore una trama romanzesca fatta di personaggi molto umani e dalle passioni forti, personaggi che sembrano sempre travolti da un destino predeterminato al quale invece si ribellano e si rifiutano di soccombere.
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