Eroe. Con testo spagnolo a fronte (L')
L'opera del gesuita spagnolo Baltasar Graciàn (1601-1658), apprezzata da Schopenhauer e da Nietzsche, è un modello di pensiero che raggiunse già nei decenni successivi alla morte dell'autore una reputazione europea. Nell'Eroe Graciàn descrive in positivo come in negativo le virtù necessarie all'uomo per costruirsi come persona: talento, discrezione, capacità di dissimulazione, volontà e cuore, buon gusto, capacità di discernimento, conquista del consenso, adattamento e, paradossalmente, persino alcuni vizi e difetti (per offrire uno sfogo alla malevolenza e all'invidia altrui). Ciò che è in gioco in Graciàn è il Soggetto, colto in una transizione in cui esso non è più (almeno pienamente) la sostanza della tradizione metafisica, ma non è ancora la nuova sostanza cartesiana metodicamente definita, né l'identità personale dell'empirismo. In quest'ottica appare tutt'altro che casuale la consapevole struttura, composta per così dire di tasselli di definizione dell'umano, che Graciàn presenta ai propri lettori. Lungi dall'individuare una formula antropologica definitiva e completa, si tratta di una elaborazione psicologicamente assai sottile dei temi rinvenuti in una paziente esplorazione dell'umano: un'adeguata controparte alla classica riflessione filosofica, originata in quello stesso '600, su identità personale e soggettività. La presente edizione è curata da Antonio Allegra, studioso dei temi della soggettività moderna e contemporanea e del pensiero del '600. L'introduzione permette un approccio generale all'opera complessiva di Graciàn oltre che all'"Eroe". Un ricco apparato di note offre una serie di rimandi ai prestiti e influenze, e alle valenze che caratterizzano il testo; le parole chiave prospettano alcuni dei fondamentali termini del lessico, ovvero dei concetti, di Graciàn. La bibliografia, infine, presenta lo stato dell'arte della letteratura su Graciàn, in rapida espansione.
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