Il fratello perduto
Leggendo una pubblicazione scientifica, Zvi Yanai viene a sapere dell'esistenza di un certo Remolo Benvenuti, professore universitario a Roma. Decide di scrivergli una lettera, e così fra i due inizia una corrispondenza. Dapprima le lettere riguardano argomenti scientifici, ma ben presto l'autore introduce cauti accenni a questioni personali. Alla fine pone direttamente la domanda che lo tormenta: "sei tu mio fratello, Romolo Toth, nato a Catanzaro nel 1933, affidato a una balia e, per qualche misteriosa ragione, lasciato presso di lei?" La risposta di Romolo è positiva, e così Zvi comincia a narrargli della sua famiglia e della sua vita: la madre, ebrea, ballerina; il padre cantante lirico, protestante; la nascita in Italia di quattro figli, di cui Sandro è il minore; le tournée in giro per l'Europa, lasciando i bambini in Italia, alle balie; e poi la seconda guerra mondiale, la famiglia che si sfalda, la mamma che muore, la balia che si prende cura di tre dei bambini, fino a che, a guerra finita, non li affida ai soldati della Brigata Ebraica, che li porti in Palestina dove vive uno zio materno. E in tutto questo il fratello Romolo "perduto", scomparso apparentemente per sempre...