Di cenere e d'oro: Gesualdo Bufalino
Dallo sfavillio mortuario della "Diceriell'untore" (1981), scherma d'amore-odio con la morte, prende avvio la vicenda letteraria di Gesualdo Bufalino, itinerario laico-religioso di educazione alla conoscenza, e però regno del dubbio, spinto a esiti di suspense e a derive esistenziali mascherate dalla "cosmesi" dell'immaginario. Si inaugura lo slittare reciproco della verità e dei suoi inganni liberati dall'inconscio e dalla memoria. E trionfa quella dialettica ordine-caos di cui l'autore è detective, "copista" e "legislatore" tramite una scrittura che capta il sublime e la quotidianità "stracciona e ronzante", l'ottusità crudele della cronaca e della Storia, mentre innesca spie, seduzioni, sfide al lettore.