La follia improvvisa di Ignazio Rando
Ignazio Rando è un impiegato modello che passa le giornate a trascrivere pratiche polverose. Una mattina nell'ora di massima affluenza sale in piedi sulla sedia, poi sulla scrivania quindi sul banco del pubblico e, calpestando le pratiche cui per tanti anni si era devotamente dedicato, esce dalla grande sala sotto lo sguardo attonito dei presenti. Viene incaricato di rintracciare il collega il ragionier Garbioni che subito, con l'astio che solo gli uffici sanno accendere, si mette a cercare il perché di quel gesto di improvvisa follia. L'indagine lo condurrà nel mondo nascosto di Ignazio, nel suo lato oscuro a tutti eppure luminoso, in cui si affaccia un amore segreto e lontano. "Si alzò d'improvviso, strisciando le gambe della sedia metallica contro il pavimento di palladiana. Il rumore stridulo tagliò il silenzio perenne della Regia Conservatoria delle Ipoteche. Tutte le persone che affollavano l'ufficio nell'ora di punta, levarono lo sguardo e lo videro salire in piedi prima sulla sedia, poi sulla sua scrivania ed infine sul lungo bancone dove stavano sfogliando pagine pesanti di grandi volumi impolverati. Si abbottonò la giacca, guardò in basso verso una signora con la bocca spalancata, le sorrise come per scusarsi e si incamminò verso l'uscita, calpestando senza cattiveria i fogli di carta bollata, le ipoteche, i pignoramenti e i rogiti ingialliti che riempivano il piano. Arrivato in fondo si inchinò appena, e con una leggerezza che tutti i presenti giudicarono straordinaria per la sua età, saltò giù dal bancone, si riaggiustò la giacca e uscì dall'ufficio in cui aveva passato ogni mattina, per trentasette anni, cinque mesi e quattro giorni."
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