Dimenticami
Poteva essere soltanto la fine di una storia d'amore, ma Alberto, un fotografo che adora immortalare gli attimi, è un uomo cui piace imbalsamare i ricordi, anche se a volte servono solo a farsi del male. E così, quella cena con Viola in cui, senza ancora saperlo, le loro voci e i loro corpi si parlavano per l'ultima volta, si è trasformata in qualcosa di indimenticabile, sebbene si sia conclusa con un inequivocabile "Dimenticami". O forse proprio per questo. L'eco di quell'ordine che è al tempo stesso una preghiera, l'enigma di un abbandono incomprensibile sono il sortilegio che incatena e ossessiona la memoria di Alberto. II viso di Viola si sovrappone alle altre donne che incontra, la sua voce a quella che sente ogni volta che solleva il telefono, qualunque particolare della vita rimanda per vie sotterranee a lei, evocandone una frase, un gesto, un sorriso. In un sorprendente romanzo giocato sul ruolo e il senso della memoria, sospeso nell'attesa di un imprevedibile rivelazione finale, si dipana così un pellegrinaggio interiore per apprendere l'arte impossibile di dimenticare non tanto una persona in carne ed ossa, quanto piuttosto un passato in comune e una felicità condivisa. E forse, più profondamente, per scoprire il valore del ricordo in sé, l'idea platonica della memoria incarnata da una donna.
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